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In un momento come questo, in cui tutta l'umanità è colpita dall'epidemia da coronavirus, che ci costringe a chiuderci in casa, abbiamo tempo da dedicare alla sistemazione del nostro guardaroba. Elimineremo prima ciò che non serve, poi  sistemeremo abiti e accessori a disposizione, che possono risultare utili.

Il primo passo è quello di togliere le cose inutili, cominciando dai regali inutilizzati, doppioni, capi ed accessori scomodi, indumenti di altre taglie, magari acquistati durante una dieta o con qualche chiletto di troppo, ma che comunque conserviamo, soltanto per vedere pieno il nostro armadio.

Il secondo passaggio è quello di trovare le giustificazioni per eliminare, senza considerare il prezzo di costo e senza costruirsi pensieri quali: "forse un giorno lo metterò",  "mi piaceva cosi tanto", "se lo sapesse mia madre" e cosi via.

Terzo ed ultimo step è quello di  suddividere  per pile, pensando alle modifiche che potrebbero apportare la sarta o il calzolaio.  Poi le cose da regalare, rendendo felice una persona cara.

Concluderemo selezionando abiti e accessori firmati o capi vintage.  

A questo punto si procede a buttare la pila di maglie scolorite, calze rotte, cinture a frammenti. Ricordandoci  sempre, però, che gli abiti, anche se strappati possono essere riciclati.

A chi frullerebbe mai in testa di discettare di lusso in tempi in cui è già eccitante uscire di casa per buttare la spazzatura o fare la spesa? Apro il giornale e forse trovo una risposta: Maha Vajiralongkorn, il re della Tailandia, che ha scelto un autoisolamento di lusso al Grand Hotel Sonnenbichl a Garmisch-Partenkirchen e per questo soggiorno “dorato” ha pensato bene di portare con sé il minimo indispensabile, costituito dal suo entourage e tutto il suo “harem”, composto di ben venti concubine. Chissà se Sua Maestà le “gestisce” come il mio amico russo Piotr, che non ha concubine ma cinque ex-mogli e alla domanda “ma come fai?”, ci ha pensato su qualche secondo e poi con pacatezza ha sentenziato: “Una alla volta!” Un precursore del distanziamento sociale, il buon Piotr. Al contrario, il sovrano tailandese esercita, a modo suo, sfarzoso come si conviene ad un re, la misura inversa, pur rimanendo ligio all’obbligo di quarantena. Insomma, al di là dei fasti del cinque stelle tra le Alpi bavaresi, il sovrano orientale nel rispetto dell’autoesclusione dalla mondanità allargata, se ne è costruita una tutta sua.

Capriccio? Esagerazione? Soverchieria? Provocatoriamente, direi di no. Piuttosto, ai tempi dell’isolazionismo (a)sociale da Covid-19, questo può essere letto non tanto come esercizio di un privilegio regale, ma anzi come un gesto quasi rivoluzionario e liberatorio, capace di conferire al lusso una funzione addirittura catartica, perché alzi la mano chi non ha avuto mai in questi giorni di quarantena coatta il prurito di fare l’iconoclasta con i grafici e le raccomandazioni in powerpoint dell’OMS o le continue autocertificazioni in un burocratese da commedia all’italiana. Ma non lo facciamo. Sopportiamo e ci adattiamo civilmente e responsabilmente a tutto quello che ci viene detto e chiesto di fare per il nostro bene e quello degli altri, ma quello è il nostro lato razionale. Quello irrazionale e ribelle ci sussurra altro. Ma non c’è via d’uscita, direte voi, mica siamo tutti sovrani.

Ma siete sicuri che bisogna proprio esserlo per evadere anche solo un’ora? In tempi di privazioni, si desidera disperatamente ciò che manca. Vorrei insanamente stringere mani, mischiarmi tra la folla, andare ad un concerto, o al cinema o al teatro, a cena a casa di amici, oppure più arditamente rapinare tempo e prendere la moto e attraversare da ovest a est, e viceversa, una quindicina di confini, dormire dentro una yurta con un’intera famiglia mongola, sorbire una zuppa di coda di bue a Jakarta o addentare uno spiedino di gamberi passeggiando lungo l’affollatissimo Galle Face di Colombo di fronte a un portentoso Oceano Indiano. Vorrei riappropriami del diritto di anelare disperatamente alla solitudine di un deserto mentre sono bloccato nel traffico dell’Olimpica alle 8 del mattino. Oppure, semplicemente passeggiare senza chiedermi se lo sconosciuto che mi sta venendo incontro sia sano o nasconda qualche virione pronto a saltare fuori e infiltrarsi infingardo tra le mie vie aeree superiori. E vorrei che anche lo sconosciuto non nutrisse la medesima diffidenza nei miei confronti. E mentre moltiplico mentalmente tutti i desideri che amerei esauditi subito da un genio della lampada qualsiasi, magari con le fattezze rassicuranti di Ilaria Capua, o da un cerusico geniale che scopra che Coca-Cola e Aspirina (con aggiunta di rarissimo rum agricolo guatemalteco, se no che lusso sarebbe?) non fa sballare, ma anzi ha un buon sapore e in più ammazza il virus con maggiore efficacia della clorochina, non riesco però a trovare uno stimolo che mi consenta di ricominciare a pianificare di realizzarli a una settimana, a un mese, a un anno e via così.

Sono sospeso in un limbo attendista che mi comprime ogni iniziativa e smorza l’entusiasmo. D’un tratto però leggo di Re Vajiralongkorn e mi viene l’illuminazione. Il vero lusso ce l’ho a portata di mano, ma lo stallo obbligato mi ha accecato. E così, mi spoglio, mi immergo nella vasca da bagno, chiudo gli occhi, e fingendo di essere sovrano di me stesso, mi immedesimo, ringrazio mentalmente Sua Maestà per lo spunto e confortato dal tepore del fluido che mi avvolge mi autotrasporto mentalmente nelle acque limpide e calme di un paradiso tropicale. Gran lusso la fantasia in tempi di Coronavirus. È alla portata di tutti, ma non per tutti, perché ha un prezzo altissimo da pagare, quando ci si accorge che l’acqua della vasca si è raffreddata.
Del resto, i privilegi si pagano! Ma sono sicuro che ne valga la pena. Ve la sentite?

Nella serata di lunedì 9 marzo, tramite un'edizione straordinaria del TG, il premier Conte ha parlato al Paese annunciando il nuovo decreto legislativo "IO RESTO A CASA" per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Le nuove norme impongono la chiusura di tutti i centri di aggregazione e vietano a tutti di uscire di casa, se non per motivi di primaria necessità, estendendo così la "zona rossa" all'intero territorio nazionale. Inutile dire che nessuno si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una condizione anche lontanamente simile, ma l'importante ora è rispettare le regole che ci sono state imposte, per tornare il prima possibile alla normalità. Intanto avremo molto tempo libero a disposizione e dovremo cercare di sfruttarlo al meglio. Come?

 

Ecco 10 idee pratiche e creative per trascorrere queste lunghe giornate.

- Sistemare la casa: ci lamentiamo sempre di non avere abbastanza tempo per mettere in ordine, ora ci si può finalmente dedicare con calma alle faccende domestiche. Spolverare, lavare in terra, pulire i vetri, le tende, sistemare scaffali e credenze. Insomma non abbiamo più scuse!

- Fare ordine negli armadi: approfittarne per fare una cernita dei vestiti che abbiamo e preparare delle buste dove inserire quelli che non indossiamo più, da portare ai più bisognosi quando la quarantena sarà finita. Possiamo estendere il riordino anche agli scaffali del bagno, ai portagioie e ai beauty case pieni di quei campioncini delle profumerie che nessuno utilizza mai. Vedrete che vi sentirete subito meglio!

- Fare pulizia nei dispositivi elettronici: Abbiamo le caselle mail intasate? Ora è il momento di pulirle, disicriviamoci dalle news letter che non ci interessano, facciamo il backup delle foto e dei video e trasferiamoli sull'hard disk esterno. Non ne siamo capaci? È il momento buono per imparare. Oppure possiamo cliccare "esegui" sulla notifica dell'aggiornamento che rimandiamo da mesi e ancora possiamo fare una cernita dei contatti che non ci servono o dei profili social che non ci interessa seguire.

- Prendiamoci cura di noi: il decreto "IO RESTO A CASA" prevede anche la chiusura dei centri benessere, ma chi ci dice che non possiamo improvvisarne uno in casa? Accendiamo una candela profumata, mettiamo della musica rilassante e trascorriamo del tempo con noi stessi. Facciamo una maschera, uno scrub, cambiamo lo smalto alle unghie o semplicemente spalmiamoci la crema idratante così quest'estate per la prima volta avremo la pelle liscissima. Ovviamente maschietti questa proposta è anche per voi!!!

- Chiamiamo gli amici: questa condizione è estesa a tutti quindi come noi ci sono tante altre persone chiuse in casa. Al momento non possiamo vedere i nostri amici ma possiamo sentirci al telefono e passare lo stesso del tempo insieme. Possiamo anche chiamare quell'amica che non sentiamo da tanto o quel parente lontano approfittando per riallacciare i rapporti e coltivare le relazioni.

- Dedichiamoci alle nostre passioni: qualunque esse siano. Ascoltiamo della musica, leggiamo un libro, disegnamo, usciamo in giardino o sul balcone per prendere una boccata d'aria e approfittiamone per fare giardinaggio. Non si può uscire per andare in palestra, ma nessuno ci vieta di fare esercizio fisico in casa. Il web è pieno di video tutorial per un allenamento fai da te. In questo modo non ci annoieremo e rimarremo anche in forma che ricordate, l'estate è vicina!!!

- Cuciniamo le nostre ricette preferite: dopo che avremo fatto sport potremo permetterci di mangiare senza sensi di colpa una porzione di lasagna o una fetta di quella torta che ci piace tanto che questa volta ci sembrerà ancora più buona perché preparata da noi. E poi si sa il cibo è come l'amore, tira su il morale!!!

- Impariamo qualcosa di nuovo: Le nostre vite sono sempre così piene e frenetiche che non abbiamo mai il tempo di dedicarci a qualcosa di nuovo. Internet è pieno di tutorial di qualunque genere, ci sono corsi gratuiti per imparare una lingua ed una quantità infinita di podcast su qualsiasi argomento. Le università forniscono lezioni online a volte anche gratis per tutti, questa è l'occasione giusta per tornare studenti!!!

- Tenere un diario: dedicate una parte della giornata a scrivere, raccontare di voi, cosa provate in questo momento. Abbiamo tanto tempo per pensare e questo non è mai un male, riportate su carta le vostre riflessioni e una volta che tutto sarà finito rileggete quello che avete scritto cercando di arrivare a delle conclusioni.

- Organizzare delle serate a tema in famiglia: Ad esempio "serata pizza", preparate l'impasto e poi ogni membro della famiglia condirà la propria pizza con gli ingredienti che preferisce, sembrerà di essere al ristornate!!!

Oppure una "serata cinema" scegliete un film insieme scaldate dei popcorn ed il gioco è fatto.

Insomma di cose da fare ce ne sono tantissime, indubbiamente non sarà un periodo facile, ma se tutti ci aiuteremo e collaboreremo ci rialzeremo più forti di prima. Inoltre sicuramente, anche se non era tra le proposte, semplicemente per il fatto che l'articolo è esteso a tutti, sotto Natale assisteremo ad un boom di nascite considerevole!!!

 

Quindi viva l'amore e ricordate #IORESTOACASA

Il semplice commercio online, dove basta un click per farsi recapitare a casa il prodotto, può non essere adatto quando si parla di lusso. La ricercatezza e la storia di questi prodotti, infatti, difficilmente si adatta alla semplicità e all’omologazione delle piattaforme di vendita online. Per questo motivo l’attuale tendenza della gamification, che consiste nell’immettere elementi di gioco e ludici in sistemi che non lo sono in partenza, ha trovato nei marchi di lusso degli ottimi alleati.

La passione per i videogiochi, secondo i dati 2019 di Global Games Market Report, nel 2019 ha coinvolto circa 2,4 miliardi di persone che hanno giocato ad un ‘mobile games’. E ora, dopo hotel, resort e Spa di lusso - che offrono console per videogiochi e chatbot ai loro clienti più facoltosi – è il turno del settore fashion.

Per quanto riguarda i grandi marchi ci sono stati già degli esperimenti. Un esempio è Hermes, che nel 2018 ha permesso di scaricare dalle principali piattaforme online il gioco Saut Hermès, versione virtuale della competizione annuale di salto ad ostacoli al Grand Palais di Parigi. Gucci, invece, alla fine dello scorso anno, ha lanciato la piattaforma ‘Gucci Arcade’ con una sezione dedicata ai videogames in stile anni '70 e '80, ha siglato una partnership con l’inglese Drest proprietaria di una app di ‘styling games’.

La ricerca dei dettagli di stile degli anni ’70 e ’80 ha portato anche altri marchi come Prada, Burberry e Valentino a siglare una collaborazione con Drest, il cui fondatore Lucy Yeomans è stato anche ex direttore del sito web di moda Net-a-Porter.

Sul sito di Lvmh, invece, si legge ‘Louis Vuitton la invita a giocare al nuovo videogioco Endless Runner, ispirato al set newyorkese e allo stile anni 80’. Ma l’interesse per i videogiochi non si ferma qui. Lo stesso gruppo ha siglato una partnership con la statunitense Riot Games in occasione del campionato mondiale di League of Legends 2019 e per l’occasione è stato prodotto un baule per trofei realizzato appositamente per contenere la Summoner's Cup, il trofeo assegnato ai campioni del mondo di questo videogames.

Ibiza: non più solamente una meta per 18enni affascinati da feste estreme divertimento facile. Negli ultimi anni, infatti, l’isola spagnola sta decisamente cambiando pelle, diventando la meta dei personaggi abbienti e celebrità internazionali.

La nuova tendenza delle celebrities oggi è infatti quella di organizzare  eventi esclusivi sull’isola, con location mozzafiato e ville da sogno ed una cornice composta da un ristretto numero di amici. Matrimoni, compleanni o semplici serate di divertimento raffinato: ormai il mondo del jet set sceglie l’isola più cool d’Europa per organizzare la propria celebrazione.

Ci si può saziare con una fettuccina burro e alici oppure innevarla di tartufo bianco d’Alba a quattromila euro al chilo. In entrambi i casi i morsi della fame verranno placati, ma nel secondo alla necessità avremmo aggiunto uno sfarzo inutile, ossia non necessario. E infatti, Coco Chanel che di queste cose si intendeva, sosteneva che il lusso è una necessità che inizia quando la necessità finisce. Nell’immaginario collettivo, del resto, è lusso tutto ciò che è sovrabbondante, inutile ed esorbitante le normali necessità. Insomma, lusso è circondarsi o consumare cose preziose ed esclusive, accessibili solo a pochissimi privilegiati. In quest’accezione, includo un bene intangibile inestimabile, che è negletto rispetto a quelli materiali che appagano la definizione di lusso: il tempo. Warren Buffett (un altro che di lussi se ne intende) lo ha definito “la risorsa più preziosa che abbiamo”. Del resto, quante volte abbiamo dovuto rinunciare a qualcosa non perché fosse sfacciatamente costosa, ma per una più prosaica e banale mancanza di tempo? Quante volte gli obblighi lavorativi o le corvée familiari ci hanno negato il lusso, appunto, di prenderci, dedicarci e goderci del tempo, magari solo per contemplare l’universo osservando il nostro ombelico?

State sospirando, vero? Smettete subito e cominciate piuttosto a respirare. Poi sedetevi, chiudete gli occhi e riflettete. Siete davvero sicuri che il vostro tempo sia già interamente occupato o limitato al minimo?

Alla soglia dei miei cinquanta, a questa domanda ho dato una risposta ribelle, anzi oserei dire rivoluzionaria per i miei standard di pigrizia e strafottenza. Mi sono detto: il tempo è mio e lo gestisco io. Sembra la parafrasi di un più noto slogan sessantottino, ma se ci pensate bene è una banalissima verità. E non è questione di discernere tra importanza e urgenza. Non è cioè una questione di priorità, perché se così fosse rischieremmo di cadere ancora una volta nel circolo vizioso del necessario (spesso per altri) che occupa il voluttuario (nostro), e saremmo inevitabilmente portati (a continuare) ad anteporre i presunti bisogni degli altri, ai nostri. Infondo, quando ne hai tanto di tempo non ci pensi, ma quando cominci a consumarlo, ti accorgi che non ti basta mai e dedicarselo senza rimorsi, diventa il lusso più grande che possiamo permetterci.

Così, ad inizio autunno di due anni fa, in pieno rush lavorativo, ho scelto (si è una scelta ovviamente) di dedicare dieci giorni al mio più grande piacere: viaggiare in moto. Non ci ho pensato due volte: ho attrezzato la motocicletta e sono scappato dove potevo: in Sardegna. Timidamente ho dato gas un giovedì sera, così si notava meno la mia assenza durante il week-end. Poi ho riflettuto che anche questo scrupolo era una concessione alle necessità altrui e ho calato una saracinesca mentale inespugnabile, tagliando fuori tutto ciò che potesse distrarmi o distogliermi dal mio personalissimo lusso. Per dieci splendidi giorni mi sono letteralmente estraniato da tutte le routine, immergendomi nel piacere del tutto egoistico e appagante di dondolare i cilindri della mia moto, senza fretta, senza mete obbligate, senza itinerari preconfezionati, nelle curve di alcune tra le più belle strade di una delle isole più affascinanti del Mediterraneo. Mi sono fermato quando ho voluto. Ho chiacchierato con chi mi pareva. Ho percorso tratti inesplorati e  ho respirato l’aria salmastra mista alla resina dei pini della costa di Arbatax e quella intrisa di mirto, sale e polvere della costa occidentale del Sinis. Mi sono inebriato di Vermentino di Gallura e Cannonau di Mamoiada e ho assaporato la cucina del mare e quella dei monti, girovagando con calma, come i viaggiatori del Grand Tour dell’800. E me la sono goduta. Oh come la sono goduta! Al punto che l’ho rifatto, più e più volte e in altri luoghi. L’esperienza è stata talmente appagante da uscirne stregato, anzi dipendente. Sono diventato un lussurioso, ma non di beni tangibili superflui. Ma del mio esclusivissimo e personalissimo tempo. Insomma, quando ne ho voglia e non solo quando posso, io scelgo di prendermi del tempo e dedicarmelo. Viaggiare in moto non è necessariamente la scelta obbligata. Posso semplicemente leggere un libro o scriverne uno, visitare un museo o riscoprire il gusto di andare al cinema, interrompendo la catena di consumazioni televisive on-demand. Oppure, passeggiare senza meta, contemplando i miei pensieri o senza averne affatto. Da solo? Si! Anche. Perché no? L’importante è consumare del tempo a mio esclusivo piacere e vantaggio. Senza rimorsi. E anche se dovessi averne, è sempre meglio che soffrire di rimpianti.

Ma non spargete troppo la voce, altrimenti che lusso sarebbe?