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Le conglomerate del lusso targate USA puntano con insistenza sull’heritage del Made in Europe. La strategia era nell’aria da tempo, ma la scintilla che ha dato il là a tutto è stata, sicuramente, l’episodio di settembre. L’operazione che ha portato Versace nelle mani del gruppo Michael Kors, facendo nascere Capri Holdings, ha denotato la volontà a stelle e strisce.

Ma l’idea nasce da lontano, ovvero dal 2015. Cinque anni fa, infatti, Coach si era assicurato l’acquisizione di Stuart Weitzman, ampliando –nel 2017 – la portata dell’affare anche con Kate Spade. Il tutto ha dato il là per la presentazione a Wall Street come Tapestry.

Due mesi dopo, Michael Kors ha ‘risposto’ aggiudicandosi Jimmy Choo per quasi 900 milioni di sterline, stimolato delle potenzialità del marchio londinese di scarpe e accessori, famoso tra le celebrities.

Guardano da sempre al lusso, inoltre, anche le ambizioni di Calvin Klein e Tommy Hilfiger, in orbita al gruppo Pvh, che stanno provando a uscire dalla definizione di apparel company.

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