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Durante l’ultimo Festival della Canzone Italiana, Alessandro Cucinotta – noto tra gli addetti ai lavori come perfetto alter ego di Francesco Gabbani – è stato ospite della trasmissione “Studio News” in diretta da Casa Sanremo (www.studionews.tv ). In quest’intervista, il performer siciliano ripercorre l’emozione di vivere la città dei fiori nella settimana più entusiasmante dell’anno, approfittandone anche per lanciare un appello.

 

Alessandro sembra che negli ultimi anni i sosia abbiano più considerazione come artisti e non come fotocopie. Cosa è cambiato rispetto al passato?

Beh personalmente credo che sia cambiata la visione del "sosia" inteso come persona che emula le gesta del proprio beniamino. E' cambiata in positivo perché, ad esempio prima era uno "scimmiottare" , mentre adesso magari si va alla ricerca delle doti artistiche per valorizzare anche il sosia oltre che il vero artista. Questo credo che serva da stimolo sia per il sosia che per il pubblico, così facendo si valorizza questa nuova visione, salutando la vecchia semplice somiglianza da foto.

Non c’è il rischio di perdere una propria identificazione personale?

Il confine è sottilissimo , per cui si può correre questo rischio se ci si lascia prendere troppo la mano, un po' come quando un attore si trova ad interpretare per lungo tempo una serie di personaggi che sono ben lontani dalla propria personalità, finendo per oscurare la "persona" e divenire "personaggio". Bisogna avere dinnanzi a sé ben chiaro l'obiettivo che si intende raggiungere.

Essere un sosia, come nel tuo caso di Francesco Gabbani, è una scelta o una caratteristica naturale?

Un po' ed un po'. E' nata come caratteristica data dalla forte somiglianza , e poi è divenuta una scelta artistica , dovuta all'apprezzamento da parte del pubblico verso Gabbani. Scelta che personalmente ho seguito volentieri volendo un po' scoprire Gabbani tramite i suoi testi e nelle sue canzoni , dove racconta realtà di vita vissuta e sentimenti veri e profondi, cosa che non riscontro in tanti cantanti emergenti.

A Sanremo 2022 è stata lanciata una provocazione da “Studio News”: Sarebbe una corretta evoluzione ammettere al Festival della Canzone Italiana i sosia degli artisti famosi, comunque con brani inediti?

Ammettere in gara "ufficiale" anche i sosia non so fino a che punto possa essere una scelta apprezzata dal pubblico, tuttavia aprire una sezione "SOSIA" (un po' come le "Nuova proposte") credo possa dar luce a tante belle novità, e soprattutto permettere ai sosia di mettersi in gioco con le proprie doti artistiche, allontanandosi dalla mera etichetta di "sosia" e aprendo le porte al vero artista che si cela dietro il "sosia di.."

Tu hai mai avuto occasione di incontrarti con Gabbani, o di sapere se lui ha mai visto le tue performance?

Finora purtroppo non ho avuto la possibilità di incontrarlo, né tantomeno di sapere se ha mai visto una mia performance o anche il semplice profilo social. Mi farebbe piacere incontrarlo, magari su un palco, e magari duettare sulle note di alcuni dei suoi brani più celebri per sapere cosa ne pensa del mio operato.

La musica resta sempre uno zoccolo duro del nostro Paese, ma la sofferenza che attraversa è nota a tutti. Quanto i sosia potrebbero essere un valore aggiunto per un cantante e quanto invece un ostacolo, nel caso venissero sdoganati anche dalla Tv come veri artisti?

Ogni artista dovrebbe avere alla base l'UMILTA'.. partendo da questo punto gli Artisti dovrebbero sfruttare a loro vantaggio l'eventuale riflettore acceso sul proprio sosia , dando così un valore aggiunto alla propria figura. Di fatto è come se si avesse una doppia vetrina, permettendo al pubblico di conoscere l'Artista grazie al sosia ed il sosia grazie all'Artista. Ad esempio Francesco Cicchella , Antonio Mezzancella e Vincenzo De Lucia hanno avuto il loro trampolino di lancio esattamente come "sosia di.." e al contempo hanno dimostrato di essere dei veri e propri Artisti con doti pazzesche, in grado di avere comunque una propria personalità che li contraddistingue, senza oscurare gli Artisti da loro interpretati.

Quando si vestono i panni di uno come Gabbani c’è solo una vera e propria riproposta di questo artista o c’è anche qualcosa di chi propone la sua copia, cioè tua?

Seguendo l'esempio degli artisti citati pocanzi , anch'io quando vesto i panni di Gabbani metto dentro la mia personalità, in quanto porto in scena ALESSANDRO CUCINOTTA SOSIA DI .. e non solo IL SOSIA DI GABBANI, inserendolo all'interno di contesti in cui mi trovo a portare in scena me stesso e subito dopo le performance.

Justine Mattera, per fare  l'esempio di un volto noto del piccolo schermo, all’inizio della sua carriera si presentava come sosia di Marilyn Monroe. Però nel suo caso il personaggio era scimmiottato più che copiato. C’è una differenza tra l’imitare ed essere sosia?

Si eccome! Restando in tema di esempi riguardanti il piccolo schermo mi viene in mente Virginia Raffaele , la quale imita magnificamente svariati personaggi esasperandone pregi e difetti, al contempo invece un altro Artista come Giorgio Panariello quando porta in scena il suo Renato Zero ne veste i panni da vero sosia a tal punto che quando sono stati entrambi in scena, il pubblico si è confuso dal riconoscere il vero Renato Zero.

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