Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy. 

Scrivere degli altri, della loro professione e dei loro progetti è per me un’attività abituale; un po’ meno è il fatto di scrivere di me stessa.
 
Oggi, però, desidero farlo perché Accademia del Lusso, scuola della quale sono docente (orgogliosamente, aggiungo), mi ha chiesto di raccontare in cosa consistono i miei corsi: per farlo al meglio, ho pensato di partire raccontando appunto qualcosa di me e del mio percorso professionale.
 
Mi chiamo Emanuela Pirré e tre caratteristiche hanno fortemente influenzato la mia vita a 360°, dall’ambito personale fino a quello lavorativo: curiosità, rifiuto dell’omologazione, passione per la comunicazione.
 
Le prime due caratteristiche hanno fatto sì che io abbia privilegiato un percorso eclettico e senza preclusioni; la terza, ovvero la passione per la comunicazione, è diventata sempre più il cuore della mia professione. Scherzando – ma neanche troppo – affermo di aver iniziato a parlare precocemente e di non aver più smesso da allora.
 
Per circa vent’anni, mi sono occupata di relazioni esterne e di marketing in seno ad aziende molto diverse tra loro, attraversando settori quali il chimico, il petrolchimico, il farmaceutico; poi, in qualità di libera professionista, mi sono concentrata sulla moda e ho iniziato a lavorare come editor in tante redazioni, online e offline, ho maturato esperienze come stylist, mi occupo di consulenze, ho seguito (e seguo) l’ufficio stampa di vari progetti.
 
Dal 2015, mi occupo anche di formazione grazie ad Accademia del Lusso; dal 2017, scrivo inoltre per il nostro ADL Mag, magazine che si presenta come un contenitore di tante voci e tante realtà tra moda e modi, tendenze, talenti, design cultura ed eventi.
 
La mia filosofia è vivere nel presente conoscendo il passato e guardando costantemente verso il futuro: è questa visione che mi porta ad amare la storia della moda così come i nuovi talenti (con focus specifico su Made in Italy e gioiello contemporaneo) e che mi porta a occuparmi di comunicazione e di formazione con grande passione.
 
A questo punto, devo fare una confessione: faccio parte della cosiddetta Generazione X e se lo racconto è per un motivo ben preciso.
 
Come spiego nei miei corsi, i consumatori in generale – e naturalmente anche quelli di moda e lusso – si suddividono oggi in cinque generazioni: i Senior o Maturist (i nati prima del 1945), i Baby Boomer (i nati tra il 1946 e il 1960), la Generazione X (i nati tra il 1961 e il 1980), i Millennial (o Generazione Y, nati tra il 1981 e il 1995), la Generazione Z (fino al 2010) e la nuovissima ed emergente Generazione Alpha (i nati dopo il 2010).
 
Alle Generazioni prima della Y viene data anche un’altra definizione: immigrati digitali, ovvero persone nate negli anni in cui regnavano i sistemi analogici ma che hanno poi imparato a usare le tecnologie digitali avvicinandosi a coloro che, dalla Generazione Y in poi, sono nati nell’epoca di pc, smartphone, tablet e tutto quanto ha fatto loro guadagnare il nome di nativi digitali.
 
La Generazione X alla quale appartengo si trova proprio al centro di questa migrazione: nati poco prima che il pc si diffondesse definitivamente nei posti di lavoro, abbiamo avuto l’opportunità di vivere sulla nostra pelle il passaggio da macchine per scrivere elettroniche e fax a tutte le tecnologie che oggi usiamo quotidianamente per lavoro e svago.
 
Sostengo con convinzione che ciò sia un vantaggio: abbiamo vissuto ciò che è stato ma abbiamo l’opportunità di essere in piena attività, dunque abbiamo anche la grossa responsabilità di essere interpreti di tale passaggio di testimone tra tutto ciò che ha scritto la storia (e la storia della moda in particolare, nel nostro caso) e ciò che sarà il futuro.
 
Non è solo una responsabilità e io la vivo piuttosto come un’enorme opportunità: in base alla filosofia che ho raccontato (vivere nel presente, conoscere il passato, guardare verso il futuro), i miei corsi di Fashion Web Editing, sia nell’ambito delle specializzazioni triennali sia nell’ambito dei corsi professionali, partono proprio con un excursus sull’editoria di moda e sulle sue origini.
 
Quando parlo di editoria mi riferisco all’attività di produzione e gestione di contenuti e della loro diffusione e commercializzazione in forme trasmissibili attraverso i media di ogni tipo (giornali, televisione, radio, ecc.) e attraverso il web.
 
L’editoria è pertanto il processo di trasformazione delle idee di un determinato autore in contenuti accessibili e disponibili a tutti: il soggetto che esercita tale attività nel suo complesso e in modo imprenditoriale (ovvero facendone un’azienda) è detto editore e la figura professionale sulla quale si concentrano i corsi di Accademia del Lusso è quella del fashion editor o redattore moda, ovvero colui o colei che supervisiona il processo di creazione, sviluppo e presentazione di contenuti per il settore moda di una rivista, giornale, sito web, programma televisivo o radiofonico.
 
Il fashion editor può lavorare in ambito offline (riviste cartacee) oppure online (web): naturalmente, proprio seguendo la continua evoluzione del web e l’incessante evoluzione degli strumenti che esso offre, il corso si occupa anche dei blogger e del blogging condotto in modo professionale, ovvero dal punto di vista della produzione di contenuti non solo visivi.
 
Come dicevo, nel corso di Fashion Web Editing si parte dalle origini dell’editoria di moda includendo i grandi gruppi editoriali nonché alcune figure storiche e di rilievo del giornalismo di moda; si passa quindi al web, dalla sua origine a come ha influito sulla comunicazione di moda. Si parla poi dei blog, dalla nascita al successo passando per le caratteristiche.
 
Un nucleo importante dei corsi è quello che riguarda la redazione di un articolo (o post nel caso di blog) partendo da un concetto fondamentale, quello di notiziabilità: si affronta la questione della responsabilità e del rapporto di un editor / redattore con le fonti di informazione, parlando di agenzie di stampa e di comunicati stampa.
 
Le esercitazioni pratiche per questa sezione del corso vanno dallo scrivere un comunicato al fare rassegna stampa dimostrando le propria capacità di riconoscere ciò che è notizia oppure approfondimento.
 
Nella fase successiva del corso, si passa alla gestione tecnica di un sito di informazione che può spaziare da un magazine online fino a un blog, passando per forme ibride come webzine o blogazine: facciamo questo grazie a WordPress, piattaforma software nata nel 2003 e da allora in costante aggiornamento.
 
WordPress è una piattaforma di publishing tramite Content Management System (in acronimo CMS), ovvero un programma che consente la creazione e la pubblicazione di un sito formato da contenuti testuali o multimediali, gestibili e aggiornabili in maniera dinamica: si può creare un blog, un sito commerciale, un portfolio, un negozio online e molto altro ancora, tanto che il 33% dei siti web oggi esistenti usano WordPress, dai blogger fino ad alcuni dei marchi più grandi al mondo.
 
Il progetto d’esame coincide dunque generalmente con la creazione di un proprio sito, con fasi che vanno dalla scelta del nome alla registrazione del dominio (utilizzando le opzioni gratuite di WordPress), dalla scelta del template e di eventuali plugin alla linea editoriale, dalla creazione di contenuti all’integrazione con i canali social in un’ottica di comunicazione e immagine coordinata oggi assolutamente fondamentale.
 
Tutto il percorso che ho messo a punto per Fashion Web Editing ha un unico scopo: fare sì che gli studenti si addentrino e si innamorino di un mestiere sempre più articolato e complesso, ricco di sfaccettature e di implicazioni – e dunque meraviglioso, così come continua ad apparirmi. Sempre.
 
Emanuela Pirrè
Docente Accademia Del Lusso